trasfrimento_residenza_estero

con questo "primo" ho il piacere di pubblicare una serie di utili articoli firmati dal nostro amico > Nomad Bill :

Se stai progettando di trasferire la residenza all’estero per pagare meno tasse, prima di cominciare a preparare i documenti, è necessario che ti fissi bene in mente questi due concetti:

  1. Ti devi trasferire sul serio;
  2. La normativa è piena di “tranelli” per tassarti anche se ti trasferisci realmente.

Se stai pensando di fare il furbo oppure se ti trasferisci per davvero ma non sei disposto a pagare il “prezzo del tradimento”, stai sicuro al 110% che presto o tardi ti sarà presentato il conto.

Fatta questa doverosa premessa analizziamo cosa devi fare per trasferirti rispettando la normativa e quale è il “prezzo” da pagare se davvero vuoi stare tranquillo.

La procedura per il trasferimento all’estero. 

  1. Iscrizione AIRE. Questa è la procedura più semplice e, nella maggior parte dei casi, l’unica che viene effettivamente eseguita dai falsi ex residenti. Devi andare presso l’ufficio anagrafe del Comune e richiedere l’iscrizione nella lista AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero).
  2. Trasferire la residenza o la dimora abituale. Qui iniziano i problemi, trasferire la residenza o dimora abituale significa che non devi avere una abitazione in Italia a cui puoi tornare, neanche sporadicamente. Quindi niente appartamento di proprietà o in affitto in Italia.
  3. Trasferire il domicilio o sede principale degli affari ed interessi. Significa che in Italia non devi avere nessun legame affettivo o lavorativo. Quindi se sei sposato devi trasferire l’intera famiglia e devi liberarti di qualsiasi proprietà o interesse che ti lega al Bel Paese.

I controlli della Guardia di Finanza per combattere i falsi trasferimenti di residenza all’estero.

Una Circolare Ministeriale del 2 Febbraio 1997  ha sancito una serie di linee guida che dispongono, cito testualmente, “Attività investigative e di intelligence (alla) ricerca capillare di elementi concreti di prova, anche indiretti, necessari per contrastare le risultanze anagrafiche”.

La lista dei controlli che la Guardia di Finanza è invitata a svolgere dalla Circolare per contrastare il falso trasferimento di residenza mirano a dimostrare che, a prescindere dalla iscrizione AIRE, in realtà il finto ex residente continua a mantenere legami o attività in Italia.

Questa è la lista delle attività , previste dalla Circolare, che non puoi svolgere in Italia se non vuoi che il tuo trasferimento all’estero non ti venga contestato dalle Fiamme Gialle:

  • disporre di una abitazione permanente
  • mantenere una famiglia ivi residente
  • accreditare i propri proventi dovunque conseguiti
  • possedere beni anche mobiliari
  • partecipare a riunioni d’affari
  • rivestire delle cariche sociali
  • sopportare spese alberghiere o di iscrizione a circoli o clubs
  • organizzare la propria attività e i propri impegni anche internazionali, direttamente o attraverso soggetti operanti sul territorio

Quindi dal tuo punto di vista, per stare tranquillo al 100%, devi:

  1. vendere casa ed altri immobili, titoli, automobile e qualsiasi possedimento non puoi portare via con te;
  2. trasferire con te moglie e figli minorenni;
  3. disdire contratti di affitto, utenze, chiudere il conto in banca;
  4. rinunciare a cariche sociali presso società o associazioni culturali.

In sostanza, devi tagliare tutti i ponti con l’Italia. Puoi andarci in vacanza come turista ma devi ricordarti di non soggiornarci più di 182 giorni per ciascun anno solare.

La differenza di normativa per il trasferimento di residenza tra Paesi white list e paradisi fiscali.

Se ti trasferisci in un Paese white list che non è considerato un paradiso fiscale la Guardia di Finanza, solitamente nei primi 3 anni, potrebbe fare indagini per verificare se hai rispettato tutto quanto è previsto dalla circolare di cui dicevo prima. Nel caso in cui uno degli elementi della lista è stato disatteso, potrebbero contestarti il cambio di residenza e “riportare a tassazione” in Italia tutti i redditi da te generati, a partire dal giorno in cui hai fatto il trasferimento sino al giorno in cui avviene l’accertamento.

La verifica non sarà fatta immediatamente e nessuno degli impiegati negli uffici competenti ti dirà che c’è un errore o una dimenticanza che nella tua procedura di trasferimento. Trascorsi 2 o 3 anni dalla tua partenza, se vengono effettuate le verifiche e se hai commesso qualche errore, ti sarà inviato un verbale di contestazione, dopodiché avrai 60 giorni per fare ricorso ed iniziare il procedimento di difesa, con tutto quello che ciò comporta.

Se invece ti trasferisci in un Paese black list, cioè in un paradiso fiscale, allora devi essere tu a dimostrare che il trasferimento è reale e non la Guardia di Finanza a dimostrare che è falso. Questo in termini legali si chiama inversione dell’onere della prova e se sei un imprenditore quasi sicuramente conosci già questo “strumento” che l’Agenzia delle Entrate utilizza per stanare i furbetti. In pratica, se ti trasferisci in uno Stato in cui non si pagano tasse, per la legge italiana il trasferimento è falso per definizione e poi tocca a te dimostrare che è reale.

In entrambi i casi, se tu hai seguito i 4 punti che ho elencato sopra, in Italia, non avrai nulla di “aggredibile”. Da un lato avrai rispettato la normativa e dall’altro non ci sarà niente su cui “attaccarti”. Una eventuale contestazione di evasione fiscale non porterebbe “frutti” all’Agenzia delle Entrate ed è quindi molto poco probabile che si verifichi.

La blak list dei Paesi a tassazione privilegiata.

Un Decreto Ministeriale del 4 maggio 1999 ha previsto la lista di Stati che sono considerati a tassazione privilegiata, comunemente detti paradisi fiscali, per i quali è previsto dell’inversione dell’onere della prova in caso di cambio di residenza.

Gli Stati inseriti nella lista sono: Alderney, Andorra, Anguilla, Antigua e Barbuda, Antille Olandesi, Aruba, Bahama, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Costa Rica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti, Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Vergini Britanniche, Jersey, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Mauritius, Monserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, Monaco (il Principato), Sark, Seychelles, Singapore, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks e Caicos, Tuvalu, Uruguay, Vanuatu, Samoa.

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